‘Il cielo qui è molto strano. Ho spesso la sensazione quando guardo che è una cosa solida lassù, proteggendoci da ciò che c'è dietro.'
Molte persone hanno ricevuto la prima impressione del Marocco attraverso il cinema o la letteratura, e quel contatto ha lasciato un segno sotto forma di attrazione e curiosità che alla fine li porta a verificare come ci si sente a calpestare questa terra e arrampicarsi sulle dune, assaporando il tè e odorando le rose... Per molti viaggiatori europei e americani, quella prima impressione è arrivata attraverso il film di Bernardo Bertolucci "Il tè nel deserto".
Anche se la storia originale non si svolge in Marocco, il film fotografato da Vittorio Storaro è girato in Tangeri, Ouarzazate, Aït Ben Haddou, Erfoud, l'Atlas e altre scene in Algeria e Niger.
Sono presenti tutti gli argomenti dei viaggi rischiosi in un continente esotico: la paura irrazionale delle malattie del viaggiatore e le truffe da parte dei ladri opportunistici, i pregiudizi del colonialismo e del razzismo reciproco (manifesto o velato), il disagio e il divario tra i piani e l'inevitabile improvvisazione.
'Un turista è colui che pensa di tornare a casa dal momento del suo arrivo... mentre un viaggiatore può non tornare mai.'
"Erano posti come questo, momenti come questo che amava sopra ogni altra cosa nella vita; lei lo sapeva, e sapeva anche che li amava di più se lei poteva essere lì a sperimentarli con lui. E sebbene fosse consapevole che gli stessi silenzi e i vuoti che toccavano la sua anima la terrorizzavano, non poteva sopportare que glielo ricordassero. Era come se avesse sempre avuto la rinnovata speranza che anche lei fosse toccata come lui della solitudine e la vicinanza alle cose infinite.”
Paul Bowles - Il tè nel deserto
Basato sul grande romanzo di Paul Bowles che approfondisce magistralmente l'alienazione umana e la disperazione esistenziale, il film ha affascinato visivamente sebbene alcuni critici l'hanno descritta come pretenziosa e noiosa, e lo scrittore stesso ha rinunciato all'adattamento nonostante la sua breve apparizione interpretando se stesso nel ruolo del narratore.
"Il paesaggio del deserto dà sempre il meglio di sé nella penombra dell'alba o del tramonto. Il senso di distanza manca: un crinale vicino può essere una catena montuosa lontana, ogni piccolo dettaglio può assumere l'importanza di una grande variante sul tema ripetitivo del paesaggio. L'avvento del giorno promette un cambiamento; è solo quando il giorno è pienamente arrivato che l'osservatore sospetta che sia tornato lo stesso giorno ancora una volta: lo stesso giorno in cui vive da molto tempo, ancora e ancora, ancora abbagliante e immacolato dal tempo."
Paul Bowles - Il tè nel deserto
Come impressione molto personale, la frase indimenticabile della sceneggiatura del film, che curiosamente non appare nel romanzo: nel sogno febbrile di Port, nel mezzo della cerimonia di trance, un "berbero" lo avverte:
'Metti la tua malattia in vendita o non troverai un acquirente, non ti salverai'
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